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Annotazioni di scienza e tecnologia

Annotazioni di scienza e tecnologia

Nel suo primo periodo fiorentino, prima del 1481, Leonardo elaborò moltissimi studi tecnologici, oggi raccolti prevalentemente nel Codice Atlantico, oltre che nel Codice Arundel e nella raccolta del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi. Dimostrano una notevole evoluzione grafica e metodologica rispetto agli ingegneri del Rinascimento che lo hanno preceduto, da Brunelleschi a Francesco di Giorgio Martini, e vi sono evidenti riferimenti alla trattatistica greco-romana; l'interesse per la scienza e la tecnologia caratterizzò anche il secondo periodo fiorentino di Leonardo.

  • Gli artisti-ingegneri del Rinascimento sentivano già il problema di tutelare le proprie invenzioni con quelli che oggi chiamiamo “brevetti”. Leonardo stesso si chiedeva, intorno al 1506: «Perché io non iscrivo il mio modo di star sotto l'acqua?… Questo non pubblico o divulgo per le male nature delli omini, li quali userebbono li assassinamenti nel fondo de' mari…» (Codice Leicester, f. 15A-22v). Ne traspare un senso etico della segretezza, che pare contrastare con alcune annotazioni giovanili in cui si mostra anzitutto geloso dei suoi segreti («Non insegnare e sarai [il] solo eccellente»).

  • Non ancora ventenne, Leonardo collaborò col suo maestro Verrocchio per la realizzazione della sfera di rame, collocata sulla Cupola del Duomo di Firenze il 27 maggio del 1471, come riferisce Luca Landucci nel suo Diario Fiorentino. Il Vinci ricorderà quelle saldature ancora intorno al 1515.

  • In Firenze sono molti i toponimi che rimandano alle attività controllate dalla ricca Arte della Lana: via e piazza del Tiratoio, via dei Tessitori, via dei Cardatori, oltre a corso dei Tintori. Anche di un’altra potente corporazione mercantile, l’Arte della Seta, rimane in città un concreto ricordo grazie all’opera dell’Antico Setificio Fiorentino: questa manifattura, sorta sul finire del XVIII secolo, lavora a tutt'oggi con un orditoio che secondo un’antica tradizione deriva dai disegni di Leonardo, realizzando tessuti pregiati e rari con tecniche che risalgono al ‘400 e al ‘500.

  • L’attenzione ai problemi della scenografia teatrale fu propria di alcuni celebri protagonisti del Rinascimento: memorabili a questo proposito gli “ingegni” progettati da Brunelleschi per alcune chiese fiorentine, apparati scenotecnici che sicuramente Leonardo aveva in mente quando concepì i complessi dispositivi meccanici per la messa in scena della Festa del Paradiso di Bernardo Bellincioni, rappresentata a Milano nel 1490. Raffinati meccanismi a contrappeso furono utilizzati per l’Orfeo di Poliziano, della cui scenografia faceva parte una "montagna che si apre" dalla quale emergeva Plutone.

  • Leonardo ricorda il Monte Ceceri e Fiesole nel “Codice sul volo degli uccelli”: una volta per l’avvistamento del “cortone uccello di rapina”, due per la profezia del volo umano proprio dal Monte Ceceri. La leggenda vuole che un suo seguace, Zoroastro da Peretola, tentasse effettivamente il volo dal monte, concludendolo però con una rovinosa caduta. Il primo disegno di Leonardo di macchina volante è databile al suo primo periodo fiorentino, verso il 1480.

  • I rapporti di Leonardo con lo "Spedale" di Santa Maria Nuova furono continui: qui eseguiva studi anatomici, qui depositava casse con libri, manoscritti e disegni, qui aveva la sua banca. Prima di ripartire per Milano, nel 1506, lasciò a Santa Maria Nuova 150 fiorini d’oro: erano in favore della Signoria di Firenze, come cauzione per obbligarlo a rientrare entro tre mesi; Leonardo tardò e perse il denaro. Una tradizione, non documentata ma suggestiva, narra di grandi vasconi di pietra nei sotterranei dell'Ospedale, che sarebbero stati utilizzati per conservare i cadaveri studiati dall’artista.