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Setificio fiorentino

«L’Arte della Lana facci il navilio e pigliasi l’entrata, passando esso navilio da Prato, Pistoia, Serravalle»: come si deduce da questa nota presente nel Codice Atlantico (1107r), e databile intorno al 1495, Leonardo pensava che sarebbe stata l’Arte della Lana ad assumere i costi e a incamerare i guadagni del Canale in cui egli progettava di deviare le acque dell’Arno.
In Firenze, ed in particolare nei quartieri di San Frediano e Santa Croce, sono molti i toponimi che rimandano alle attività controllate dalla potente e ricca Arte della Lana: via e piazza del Tiratoio, via dei Tessitori, via dei Cardatori, oltre a corso dei Tintori, dalla Biblioteca Nazionale a via de’ Benci.
Per quanto riguarda, invece, la lavorazione della seta, anch’essa controllata da una potente corporazione mercantile sin dalla fine del XII secolo, il ricordo è oggi tramandato sino a noi grazie all’opera dell’Antico Setificio Fiorentino. Questa manifattura, sorta sul finire del XVIII secolo per iniziativa di nobili famiglie come i della Gheradesca, i Corsini e i Guicciardini, si trovava originariamente in via dei Tessitori. Attualmente ha sede in via Bartolini 4, ed è proprietà della famiglia Pucci. Si lavora a tutt'oggi con un orditoio che secondo un’antica tradizione deriva dai disegni di Leonardo e vi si realizzano ancora damaschi, broccati e altri tessuti pregiati e rari, con tecniche che risalgono al Quattrocento e al Cinquecento.

A cura di
Alessandro Vezzosi, con la collaborazione di Agnese Sabato
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