Capraia è ben presente nelle carte leonardiane. Leonardo la raffigura correttamente nelle forme del castello ben munito e strategicamente collocato sullo sperone che si affaccia sulla curva dell’Arno, poco dopo la stretta della Gonfolina. L’antico castello dei conti Alberti era stato uno dei punti forti più contesi del Valdarno sia per la posizione a controllo del fiume che come castello di confine fra territori divisi fra potentati e città. Le formazioni rocciose che Leonardo aveva osservato lungo il greto dell’Arno in prossimità di Capraia vengono puntualmente descritti e spiegati in diversi brani del Codice Leicester.
Fra i castelli del Montalbano orientale disegnati da Leonardo c’è anche il piccolo centro di Castra. Leonardo doveva vederlo ancora nelle forme del ricetto fortificato che nelle fonti scritte del Duecento era chiamato Castrum Castri Vallis Arni, ovvero il “castello di Castra della Valle dell’Arno”, mentre il vicino centro di Conio è definito ancora come villaggio aperto (villa). Al tempo di Leonardo gli abitanti del piccolo centro di Castra, che potevano fruire delle selve del Montalbano, rifornivano di legname le attività dei navicellai della Castellina e di Limite sull’Arno.
Leonardo ha vissuto le rive dell’Arno fin da ragazzo, quando scendeva da Vinci verso la località di Limite, sulla sponda destra del fiume. Qui ha potuto osservare le tipiche imbarcazioni per la navigazione sul fiume dello stesso tipo raffigurato in una delle carte leonardiane del Codice Atlantico. In riva all’Arno Leonardo ha potuto osservare anche i maestri d’ascia al lavoro nei cantieri limitesi. Il centro espositivo di Limite conserva la memoria dell’attività dei maestri scafaioli cresciuta durante il XV secolo.
Nelle mappe leonardiane dedicate alla Valle dell’Arno si riconoscono nitidamente la profonda ansa del fiume che lambiva l’abitato di Limite e il centro turrito della Castellina. Queste località hanno un’origine antichissima ma Leonardo ferma l’immagine dell’Arno al tempo in cui proprio la conformazione del fiume rese possibile lo sviluppo dei due centri abitati. La Castellina era ancora un castello circondato dalle mura di cui si era dotata nel Basso Medioevo. Limite era allora in via di sviluppo grazie all’attività dei maestri scafaioli attivi sulla sponda destra dell’Arno.