Oggi non rimane niente della chiesa dei conti Guidi: l’edificio attuale, infatti, dalle linee esterne di sapore neoclassico, è il frutto di una ricostruzione ottocentesca. Una lapide sulla facciata ricorda che l’impegno economico del cantiere della nuova chiesa fu sostenuto, nel 1838, dal parroco Lorenzo Picchiotti e dai “popolani”, le anime del popolo della parrocchia di San Donato in Greti. La facciata, tripartita da quattro lesene, presenta un semplice portale d'ingresso in pietra serena lavorata. L’edificio ad aula, a navata unica coperta a capriate lignee, culmina nella zona absidale con la tribuna delimitata in altezza da una piccola cupola. A completare lo stile neoclassico dell'interno troviamo le due colonne laterali di ordine ionico, appoggiate sui gradini d'accesso al presbiterio, che sorreggono l'arco che divide la copertura del corpo di fabbrica dalla cupola. L'edificio è sormontato da un piccolo campanile a vela all'interno del quale sono custodite due campane in bronzo che, sulla base delle iscrizioni gotiche che vi figurano dovrebbero essere appartenute alla chiesa più antica, trattandosi di manufatti databili al secolo XIV. All'interno sono presenti tre altari costituiti dalla sola mensa, di recente fattura. L’opera di maggior pregio è sicuramente il dipinto cinquecentesco che le visite pastorali ricordano collocato sopra l’altare maggiore a partire dal 1549. Si tratta di una Madonna con il Bambino tra i santi Donato e Antonio Abate. La presenza del santo titolare conferma che l’opera è stata eseguita proprio per la chiesa di San Donato in Greti, ed è stata attribuita da Paolo Benassai ad un lavoro degli anni venti del Cinquecento del pittore fiorentino Giovanni Antonio Sogliani. Sull'altare maggiore è oggi posto un crocifisso ottocentesco in legno intagliato a tutto tondo, di scuola fiorentina mentre lungo le pareti laterali si possono ammirare le incisioni di Luigi Sabatelli raffiguranti le stazioni della Via Crucis.