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Santa Croce e il calcio storico fiorentino

Il luogo più frequentemente utilizzato per questo gioco, tanto amato dal popolo di Firenze nel XV secolo, era allora come oggi piazza Santa Croce; significativo il fatto che Leonardo consigliasse i pittori di osservare i movimenti dell'uomo soprattutto quando giocava a palla.

Fortezza da Basso - Porta Faenza

Procedendo lungo la riva destra dell'Arno Leonardo riporta, lungo la cinta muraria, altre 5 porte oltre alla "Porticciola del Prato di Ognissanti" segnata sul fiume. Solo 3 di queste porte si sono conservate fino ad oggi. 

"Porta": Postierla del Prato • "Prato": Porta a Prato • "Faenza": Porta Faenza • "Ghallo": Porta San Gallo • "Pinti": Porta Fiesolana o a Pinti • "Giusstitia": Porta della Giustizia

Porta San Niccolò

In senso orario, iniziando dal corso dell’Arno a monte di Firenze, Leonardo indica nella carta RL 12681 di Windsor, che rappresenta in forma schematizzata la seconda cinta muraria di età comunale, 5 porte tuttora esistenti sulla riva sinistra dell’Arno.

"S. Nicholò": Porta San Niccolò • "Sanminiato": Porta San Miniato • "Giorgo": Porta San Giorgio • "Ghattolini": Porta Romana • "San Frediano": Porta San Frediano

Palazzo Rucellai

Questa importante famiglia fiorentina, imparentata con i Medici, era amica del padre di Leonardo. Il celebre Palazzo Rucellai fu edificato alla metà del Quattrocento da Bernardo Rossellino su disegno dell’Alberti, e ispirò l’architettura di alcuni dei principali palazzi fiorentini. L’unico ingegno idraulico progettato da Leonardo, di cui è finora documentata la realizzazione, è il contatore d’acqua che egli avrebbe inviato dalla Francia a Bernardo Rucellai.

Rusciano

Le due località si trovano sulla riva sinistra dell’Arno: Rusciano è una zona studiata da Leonardo anche in altre carte, e dà il nome alla villa che si trova al suo interno; quello detto del Paradiso è invece un colle ai cui piedi si trova un complesso monastico che venne realizzato ampliando i locali di un importante edificio preesistente, molto frequentato dai protagonisti della prima cultura umanistica fiorentina.

San Salvatore a Monte

Rientrato a Firenze nell'anno 1500, Leonardo fu consultato in merito al nuovo campanile di San Miniato e ai problemi della chiesa di San Salvatore al Monte: fra le Carte Strozziane dell’Archivio di Stato di Firenze è conservato il parere di Leonardo. Nel Codice Arundel si era già occupato delle rotture dei muri e dei loro rimedi; per il Tiburio del Duomo di Milano aveva espresso, nel Codice Atlantico, la similitudine fra il medico e l’architetto: Leonardo considerava infatti l'edificio come un organismo vivente, bisognoso, se "malato", di un "medico architetto”.

Via dei Leoni

Il serraglio dei leoni si trovava dietro Palazzo Vecchio, nell’attuale via omonima: Leonardo lo ricorda in due fogli manoscritti. Il disegno di un leone ritorna in un emblematico rebus nel quale Leonardo gioca col proprio nome, e vale la pena ricordare anche il leone meccanico, un automa che si muoveva fino ad aprirsi il petto, realizzato da Leonardo per il re di Francia e la comunità fiorentina a Lione.

Villa Tovaglia

Poco fuori Firenze, percorrendo via Santa Margherita a Montici, si trova quella che era Villa Tovaglia. L’11 agosto 1500 Francesco Malatesta spedì da Firenze a Francesco II Gonzaga, che lo aveva richiesto, il rilievo della villa eseguito da Leonardo, come progetto per eseguirne una replica: in effetti, l’architettura di questo complesso architettonico, nonostante la discontinuità dovuta a rimaneggiamenti, è notevole. Da segnalare come Bartolomeo del Tovaglia fosse uno dei banchieri ricordati da Leonardo in un promemoria del Codice Atlantico fra i suoi corrispondenti dalla Francia e dalle Fiandre.