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I poderi della famiglia di Leonardo nelle terre dei conti Guidi

I poderi della famiglia di Leonardo e le terre dei conti Guidi a Vinci

Le terre e i poderi acquistati dal padre di Leonardo, notaio di successo molto attivo a Firenze, erano sparsi sulle colline attorno a Vinci che fu in origine castello dei conti Guidi. I dolci colli dell’antico distretto castellano divennero il paesaggio più familiare al giovane Leonardo che qui trascorse i primi anni della sua vita. Le terre di proprietà dei da Vinci si trovavano soprattutto nei popoli di San Pantaleo, Santa Lucia a Paterno, San Lorenzo a Streda e Santa Croce. Le chiese di queste comunità e le altre che punteggiano le campagne vinciane appartenevano tutte, un tempo, alla potente famiglia comitale. Nella chiesa del castello fu battezzato il piccolo Leonardo.

  • Il castello di Vinci è una delle fortezze guidinghe meglio conservate del Valdarno Inferiore. La sua storia delle origini coincide con quella della potente casata comitale radicata in partibus Greti fin dalla fine dell’XI secolo. Leonardo, che venne certamente battezzato nella chiesa della Santa Croce, fu cresciuto dalla famiglia del padre che abitava nel borgo del castello. Le case dei da Vinci sono state identificate nell’edificio d’angolo fra le attuali Via Roma e Piazzetta Guazzesi. Oggi il castello ospita le sedi del Museo Leonardiano e una ricca serie di ‘luoghi vinciani’ attraverso i quali ripercorrere alcuni dei momenti della sua vita e le suggestioni della sua opera.

  • La chiesa di Santa Croce era la parrocchia della famiglia del notaio Piero da Vinci. È qui che il figlio Leonardo, non legittimo ma il primogenito, fu battezzato nell’aprile dell’anno 1452. Della chiesa frequentata dai da Vinci non rimane che il titolo: l’edificio attuale, infatti, è frutto di una radicale ricostruzione dell’antica chiesa vinciana che apparteneva, in origine ai conti Guidi. Al suo interno, tuttavia, è conservato l’antico fonte battesimale presso cui avvenne la cerimonia del battesimo del neonato Leonardo. Nel popolo di Santa Croce la famiglia di Leonardo aveva diversi poderi di cui oggi è rimasta la traccia nel nome di alcune delle coloniche che punteggiano le colline di Vinci.

  • L’antico popolo di Santa Lucia a Paterno comprendeva, al tempo di Leonardo, la frazione di Anchiano, località dove si trova oggi la casa poderale che la tradizione riconosce come la Casa Natale di Leonardo. La chiesa di Santa Lucia, che si conserva in forme settecentesche, ha assorbito dall’inizio del secolo scorso questa memoria leonardiana trasmessa attraverso una lapide che la ricorda come la chiesa dove fu battezzato Leonardo, evento che, invece, avvenne nella chiesa della Santa Croce a Vinci. Tuttavia la chiesa di Paterno fu la parrocchia del ramo familiare di uno dei fratelli di Leonardo, Guglielmo di Ser Piero da Vinci, che nel testamento dispose per la sua sepoltura nella piccola chiesa di Santa Lucia.

  • La chiesa di San Lorenzo in Arniano apparteneva, alla metà del Duecento, alla potente famiglia dei conti Guidi. Si trovava su uno dei rilievi del versante del Montalbano che affaccia sulla val di Streda ed oggi ne rimane una labile traccia nelle strutture di una casa colonica in rovina lungo la strada vicinale che porta ancora il nome di San Lorenzo. Leonardo conosceva molto bene questi luoghi dove la sua famiglia possedeva terre e poderi. I corsi d’acqua del popolo di San Lorenzo in Arniano furono disegnate con grande precisione da Leonardo che aveva progettato la realizzazione, a valle, di un lago artificiale.

  • L’antico popolo di San Bartolomeo a Streda si trovava fin dalle origini al confine fra i territori di Cerreto e Vinci. Sulle pendici dei dolci rilievi su cui si adagia oggi la chiesa di San Bartolomeo, ben conservata nell’aspetto che doveva avere, grosso modo, ai tempi di Leonardo, la famiglia da Vinci possedeva i suoi vigneti più produttivi. Nell’elenco delle proprietà dichiarate del padre di Leonardo nel 1469 si trova il podere della chosta del valore complessivo di 1000 fiorini che, secondo quanto dichiarato, rendeva ben 40 barili di vino all’anno.

  • Il borgo di San Zio ha origini antichissime. Il nome deriva dall’agionimo San Senzio con cui era conosciuto il piccolo villaggio che già nell’Alto Medioevo dipendeva dall’antica pieve di Cerreto. Questa piccola località, posta sulle colline che si affacciano su Cerreto Guidi presenta ancora oggi il paesaggio della campagna poderale che doveva avere anche al tempo di Leonardo. Su queste dolci colline ancora ricche di vigneti il padre di Leonardo dichiarava di possedere case e terre nelle località a Riminutoli e in Creti. Un secolo dopo, al tempo in cui veniva progettata la villa medicea di Cerreto, le terre e i casali di San Zio furono acquistati in quantità dal Granduca Cosimo I.

  • A Campo Zeppi, dove oggi si trova un gruppo di case coloniche, viveva Caterina, la madre di Leonardo, assieme alla famiglia dell’uomo che aveva sposato, originario di San Pantaleo, conosciuto al tempo come l’Accattabriga. Questi luoghi, di antichissima origine, sembrano cristallizzati nel paesaggio di allora: la chiesa di San Pantaleo era la parrocchia di Caterina e degli abitanti delle case di Campo Zeppi e i vigneti sono quelli che poteva vedere Leonardo quando andava a trovare la madre. Fra le zolle dei vigneti di san Pantaleo Leonardo avrebbe potuto osservare le particolari formazioni geologiche ricche di fossili di origine marina che chiamava “nichi”.

  • Orbignano ha origini antichissime. Era un villaggio del vescovo di Pistoia e mantenne questo legame fino al Duecento come piccolo comune rurale del distretto pistoiese. Al tempo di Leonardo, invece, questa parte del Montalbano era passata da più di un secolo sotto il governo di Firenze tanto che le terre dei da Vinci ad Orbignano risultavano allora nel comune di Vinci. Il podere della Costereccia a Orbignano divenne la residenza del ramo familiare del notaio Domenico di Ser Piero da Vinci, uno dei fratelli di Leonardo, per oltre due secoli. Tutti i suoi discendenti – e forse lo stesso Domenico – furono sepolti nel chiostro della chiesa di Santa Maria al Pruno.

  • La chiesa di santa Maria a Faltognano, alle pendici del Montalbano, apparteneva un tempo al distretto castellano di Vinci. Alla chiesa di Faltognano facevano capo gli abitanti dei piccoli gruppi di case di queste colline, ben conosciute anche da Leonardo. In queste zone si trovavano infatti, alcuni dei poderi e delle terre dei da Vinci. I nomi di quei luoghi, come per esempio la Noce, il Capannile e il podere Santa Maria, sono ben conservati nella toponomastica attuale e si riconoscono, fra l’altro, con gli stessi nomi, nelle piante cinquecentesche dei Capitani di Parte Guelfa.

  • La pieve di Sant’Ansano è uno dei punti di riferimento topografico che Leonardo riportò nella famosa veduta a volo d’uccello del Montalbano (RL 12685 di Windsor) accompagnata dal toponimo santosano. Le origini della pieve, una delle più antiche delle diocesi di Pistoia, risalgono al X secolo ma la chiesa che vide Leonardo doveva corrispondere, grosso modo, all’edificio romanico, lo stesso che possiamo vedere oggi dopo i restauri del secondo dopoguerra. All’interno si può ammirare la serie dei capitelli figurati che ornano le colonne della navata centrale e il fonte battesimale in marmo attribuito a Baccio da Montelupo.

  • Il progetto leonardiano di un lago artificiale che doveva sorgere poco sotto il castello di Vinci è da considerarsi l’unico lavoro che Leonardo ha pensato per la sua terra natia. L’idea di Leonardo, rappresentato in tre carte diverse, prevedeva la creazione di un bacino alimentato dalle acque di tre ruscelli che scendono dal Montalbano chiusi a valle da una diga. I corsi d’acqua coinvolti nel disegno, perfettamente riconoscibili, erano da tempo tutelati dalle autorità comunali. Si trattava forse di un progetto di tipo pubblico, probabilmente legato all’uso dell’acqua come forza meccanica per azionare, ad esempio, le ruote idrauliche dei mulini che punteggiavano le valli delle terre di Leonardo.