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San Zio, Chiesa di Sant'Andrea

San Zio è il nome con cui è conosciuta al tempo di Leonardo la piccola località posta lungo la strada che da Cerreto Guidi conduce all’Arno. Era già abitata nell’Alto Medioevo e prendeva il nome dall’antica chiesa di San Sentio, una delle chiese dei dintorni di Vinci che appartenne ai conti Guidi fino alla metà del Duecento. Nel popolo di San Zio si trovavano le proprietà di alcune famiglie di origine fiorentina come gli Adimari ma anche la famiglia di Leonardo aveva un podere qui, nel luogo detto a Sanzio. Era una zona caratterizzata da dolci declivi, ricca di corsi d’acqua, punteggiato dalle ville e dalle coloniche del tipico paesaggio mezzadrile toscano. Dalla seconda metà del Cinquecento molte delle terre del popolo di San Zio furono acquistate dal Granduca assieme alle case del castello di Cerreto su cui sarà successivamente costruita la grande  villa medicea.

San Zio è la deformazione dell’agionimo San Sentio. È questo il nome con cui viene rammentata per la prima volta, nell’anno 780, la piccola chiesa posta nei dintorni di Cerreto. Nel 1014 attorno alla chiesa si era già formato un piccolo abitato, la villa di S.Sentio. La piccola comunità dipendeva dalla pieve di Cellere, l’antica chiesa plebana di Cerreto. Dalla fine dell’XI secolo la presenza dei conti Guidi in questa zona diviene l’elemento cardine del sistema di potere: nel 1086 il conte Guido IV si trova a Cerreto, nel suo castello, con la moglie Ermellina. Il piccolo villaggio di S.Sentio con la sua chiesa entrò sicuramente a far parte delle dipendenze della grande famiglia comitale. Se ne ha una prova certa al momento della vendita delle proprietà valdarnesi dei Conti Guidi alla città di Firenze. Nell’atto di vendita si osserva che la eccelsia di Sentio -così si legge- viene ceduta assieme alle quote del castello di Cerreto. La chiesa e il popolo di Sentio appartenevano, quindi, alla circoscrizione castellana di Cerreto. Successivamente, dalla fine del Duecento, la chiesa si trova rammentata con il doppio titolo di San Senzio e Sant’Andrea.
È questo il nome con cui viene indicato il luogo in cui si trovavano alcuni beni che la famiglia da Vinci possedeva nei dintorni di Cerreto: nella portata dell’anno 1498 Ser Piero, il padre di Leonardo, dichiara di possedere a Sanzio, nel comune di Vinci, una casa e diversi terreni nei luoghi detti a Riminutoli e in Creti. Nel tardo Cinquecento la zona attorno alla chiesa di San Zio appare come il tipico paesaggio mezzadrile, una campagna punteggiata da ville, case coloniche e rustici di servizio. È questo il panorama campestre dei dintorni di Cerreto Guidi che viene evocato osservando la carta dei Capitani di Parte Guelfa relativa al territorio del popolo di San Zio. Nei pressi della chiesa si notano almeno due complessi rustici indicati con il nome della proprietà Medici. Dal 1564, infatti, Cosimo I e suo figlio Francesco iniziarono una serie di acquisti nel territorio di Cerreto e nel castello, dove sarebbe stata realizzata la villa Medici di Cerreto Guidi. Nel 1567 sono documentati diversi acquisti di terreni nel popolo di San Zio dove fra il 1570 e il 1574 sarebbero stati fatti realizzare dal Granduca nuovi edifici rustici. Le tre case con colombaia che si osservano nella Pianta dei Capitani di Parte Guelfa (1580-95) segnati con i nomi Monte aguto de Medici, Callaiole de Medici e La confessione de Medici corrispondono agli edifici voluti dal Granduca nei nuovi poderi cerretani recentemente acquistati.
Nella mappa cinquecentesca la chiesa di San Zio appare ad aula unica con tetto a capanna. La facciata era aperta da una finestra circolare, un oculo, e sul culmine del timpano era collocata una croce. Un campanile a vela si alza dalla falda destra del tetto, in posizione tergale. La chiesa viene disegnata in posizione sopraelevata su di un poggiolo di forma circolare, circondata da alberi. È così che doveva vederla Leonardo da Vinci, del tutto simile all’aspetto attuale della chiesa di San Bartolomeo a Streda. La chiesa attuale di San Zio, invece, si presenta con forme architettoniche tarde, stretta fra gli edifici che le si addossano sui due lati lasciando visibile solo la parte absidale di forma circolare e la facciata. Se il volume dell’edificio potrebbe appartenere alla chiesa vista da Leonardo, la facciata con cui si presenta oggi è frutto di una ricostruzione successiva, a seguito della quale deve essere stato spostato anche il campanile a vela, posizionato sul prospetto di facciata. La chiesa si affaccia, tuttavia, sul suggestivo paesaggio della valle dell’Arno, lo stesso che doveva vedere Leonardo al tempo in cui la sua famiglia frequentava le campagne intorno alla chiesa di san Zio.
A cura di
Silvia Leporatti
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