Nella carta di Firenze che presenta la città in forma schematica e idealizzata, Leonardo indica col loro nome solo 10 delle porte presenti nella seconda cerchia muraria della città, iniziata nel 1284. Pospone San Miniato e San Giorgio e finisce per indicare in posizione errata - in coincidenza a quella che corrispondeva alla Porta di Camaldoli, oggi sui viali all’altezza di Piazza Torquato Tasso - la Porta San Pier Gattolini ("Ghattolini"), oggi Porta Romana. Omette, oltre alla stessa Porta di Camaldoli, nota anche come Porta Volterrana, Porta dei Servi (distrutta, si trovava all’altezza di quella che è oggi Piazza Isidoro del Lungo e facilitava l’accesso dei fedeli alla Santissima Annunziata), Porta La Croce (o di Sant’Ambrogio, in quella che è oggi Piazza Beccaria) e Porta Guelfa (distrutta, si trovava all’altezza di quella che è oggi Via Ghibellina). Non tiene conto delle postierle che affiancano Porta al Prato, anche se studia il corso del Mugnone che la lambisce (ovviamente prima della deviazione al di là della cinquecentesca Fortezza da Basso) e la "Sardigna", oggi in prossimità del Teatro Comunale, dove venivano abbandonate le carcasse degli animali.