Folco Portinari fondò, intorno al 1285, lo Spedale di Santa Maria Nuova e fu il padre della Beatrice amata e immortalata da Dante. Fece costruire, in via del Corso (in antico "corso di Por San Piero"), il palazzo Portinari che, nel 1546, passò in proprietà ai Salviati e fu quindi ristrutturato. Qui abitò anche Giovanni delle Bande Nere, padre del granduca Cosimo I de’ Medici. La famiglia ebbe stretti legami con le Fiandre, come dimostra l’incarico di direttori del Banco dei Medici a Bruges ricoperto da alcuni dei suoi esponenti. L’interesse non solo commerciale che i Portinari ebbero per il mondo fiammingo è testimoniato anche da un capolavoro di Hugo van der Goes (1435-c.1482), il celebre Trittico Portinari, fatto giungere a Firenze alla fine degli anni Settanta del XV secolo. L’opera, oggi conservata agli Uffizi, fu destinata ad avere una grande influenza sulla generazione di artisti fiorentini contemporanei, fra cui Leonardo, Botticelli e Filippino Lippi. Proprio in ragione di questa profonda conoscenza degli usi delle popolazioni del nord Europa, Leonardo si rivolse ad un Portinari per avere informazioni relative al pattinaggio sul ghiaccio. Nel Codice Atlantico (f. 611a-r) Leonardo, infatti, annota: «Domanda Benedetto Portinari in che modo si corre per lo diaccio in Fiandra". Del resto Leonardo era sempre stato particolarmente interessato alle leggi fisiche e del moto, inerzia compresa, che si manifestavano in tutti gli sport o i giochi. In particolare a proposito del pattinaggio scrisse "Siccome per lo fiume diacciato l’omo corre sanza mutazione di piedi, così un carro fia possibile che corra per sé» (Ms. Ash. 2037, c. 1487-90).