Nelle Gallerie degli Uffizi a Leonardo è dedicata la sala 35, nella quale sono esposte l'Annunciazione, l'Adorazione dei Magi e il Battesimo di Cristo.
L'Annunciazione è un dipinto a olio (e tempera) su tavola di cm 98x217, databile attorno agli anni 1472-1476. Entrò agli Uffizi nel 1867, proveniente dalla Sagrestia della Chiesa di San Bartolomeo a Monteoliveto, con attribuzione a Domenico Ghirlandaio. È un'opera che racchiude segreti e pentimenti, già in parte rivelati dagli esami scientifici. L'impostazione preliminare e la prima stesura non sono interamente riferibili a Leonardo, ma sono da ricercare anche all'interno della bottega del Verrocchio. Alla mano di un collaboratore, ad esempio, deve essere riferita l'architettura visibile sulla destra. All'intervento diretto di Leonardo dovranno essere ascritti le figure dell'angelo e della Madonna e lo scenario paesistico e prospettico sullo sfondo, sublimi dimostrazioni della sua raffinatezza formale. Già in questo dipinto, come nel Battesimo, Leonardo applica la sua tecnica di velature, eseguite sia con ritocchi di colore diluito, sia con i polpastrelli delle dita.
Il Battesimo è un dipinto a tempera e olio su tavola di cm 177x151, databile tra il 1470-1473 e il 1476. Questa tavola proviene dalla chiesa di San Salvi dove, sin dal 1515, era ricordata come opera del Verrocchio. Tuttavia già qualche anno prima, nel 1510, era celebre un "angiolo di Leonardo da Vinci" che, secondo il racconto del Vasari, è da riconoscere nell'angelo di sinistra. Lo scrittore aretino ricorda anzi come il maestro, riconosciuta la superiorità dell'allievo, «mai più non volle toccare colori, sdegnatosi che un fanciullo ne sapesse più di lui». Anche in altre parti del dipinto è riconoscibile la mano di Leonardo, in particolar modo nella sensibilità del paesaggio e nel corpo di Cristo, rielaborato con diffuse tracce di impronte digitali. Fra gli altri possibili collaboratori del Verrocchio, la critica ha ipotizzato pure la presenza del giovane Botticelli. Vi sono enormi differenze non solo fra le teste dei due angeli, ma anche fra la rigidità della palma e la fluidità pittorica con cui sono descritte la terra e l'acqua del paesaggio dello sfondo, specchio di una fantasia geologica intesa come sintesi cosmica.
L'Adorazione dei Magi è un dipinto abbozzato a carbone e biacca (con interventi a olio) su tavola di cm 243x246, databile 1481-1482. Commissionata a Leonardo dai canonici regolari di Sant'Agostino per l'altare maggiore della chiesa di San Donato a Scopeto (di cui era notaio Ser Piero Da Vinci), rimase incompiuta nel 1482, quando Leonardo si trasferì a Milano: concludeva il suo primo periodo fiorentino con quest'opera, «un manifesto della pittura quale tensione storica e vertice dell'inquietudine intellettuale e figurativa del suo umanesimo». È come una grande macchina dinamica, complessa nell'iconografia, nello sfondo prospettico, nel repertorio di moti psicologici e di simbologie, nella quale emerge una tensione latente fra meditazione e pathos trascendente, continuità della storia e rinascenze. Inizialmente fu conservata nel Palazzo Benci; ricordata nel XVII secolo nel Casino di San Marco fra i beni di Don Antonio de' Medici e nella Villa Medicea di Castello, entrò agli Uffizi intorno al 1794.
Nel museo fiorentino si trovano pure i capolavori di altri grandi artisti contemporanei di Leonardo, intreressanti per un confronto stilistico e per alcune correlazioni: Antonio e Piero del Pollaiolo, Botticelli, Perugino, Filippino Lippi, Lorenzo di Credi, Piero di Cosimo.
Nella collezione della Galleria degli Uffizi, fra le opere di bottega e scuola di Leonardo, si segnalano la Leda col cigno (già in collezione Spiridon, acquistata da Hermann Göring per Hitler e riportata in Italia nel dopoguerra), il Narciso, attribuito a Boltraffio, e la Sant’Anna riferita a Salai.
Gabinetto Disegni e Stampe
Nel Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi sono conservati (e sono visibili solo con speciali permessi oppure in occasione di eventi espositivi) i seguenti disegni e bozzetti:
• "Paesaggio del 5 agosto 1473" (Veduta della Valdinevole e del Padule di Fucecchio dal Montalbano sopra Vinci) e "Studio di paesaggio e figure" (al verso);
• "Studio del drappeggio di una figura seduta", su tela, circa 1472-1475;
• "Studio del drappeggio di una figura inginocchiata", su tela, circa 1472-1475;
• "Studio del drappeggio di una figura eretta", su tela, circa 1472-1475;
• "Testa femminile" (con alcuni dubbi sulla completa autografia leonardiana), circa 1472-1475;
• "Profilo virile" e "Profilo di giovane" (al verso), circa 1475-1480;
• "Due schizzi di teste di profilo, promemoria del 1478 e congegni meccanici" e "Studi tecnologici" (al verso) ;
• "Studio per lo sfondo dell'Adorazione dei magi", circa 1481;
• "Studio di figure e congegni meccanici con annotazioni" e "Macchina volante e altri studi tecnologici" (al verso), circa 1480;
• "Studio per la Madonna del Gatto" e "Bambino con il gatto" (al verso), circa 1480;
• "Il vecchio e il giovane", circa 1490-1495.
Fra i disegni conservati agli Uffizi e ritenuti talvolta impropriamente opera di Leonardo, sono presenti opere riferibili a maestri a lui contemporanei come Verrocchio o Perugino; in altri casi, come quello di Venere e Amore, non è invece da escludere una collaborazione di Leonardo e Verrocchio.
Altri disegni sono poi riconducibili sia alla scuola leonardesca fiorentina che alla cerchia milanese, dalle quali uscirono personalità come Marco d'Oggiono e Francesco Napoletano; di particolare interesse la Lotta fra il drago e il leone e soprattutto il foglio, elaborato da un seguace, con "Studi tecnologici" riconducibili anche a Brunelleschi (la barca fluviale detta "Badalone" a energia eolica e il carro semovente).