"Molino di Badia" (Molino Guasti)
Leonardo indica il Mulino di Rovezzano che la Badia Fiorentina acquistò nel XV secolo dagli Albizi, detto anche "Molino Nuovo" o "Molino delle Guazzine" e poi "Mulino del Guasti", ancora esistente sulla riva sinistra.
"Nave"
Quasi illeggibile (e dimenticata nelle trascrizioni), sulla riva destra Leonardo indica La Nave, a monte di Rovezzano, con la pescaia, il "traghetto" che univa le due rive e il mulino detto "della Nave". Attualmente, sulla riva destra si trova l’abitato di Rovezzano, mentre Nave a Rovezzano è sulla riva sinistra (questo insediamento si è sviluppato in un podere denominato "La Nave").
Mensola
Il torrente Mensola è un affluente di destra dell’Arno che nasce da Monte Ceceri e Maiano, e scende a valle di Settignano (in località Ponte a Mensola) per confluire in Arno tra Rovezzano e Varlungo. Leonardo lo disegna nella carta idrografica della Toscana (RL 12277 di Windsor), lo studia nel Codice Leicester (18B-18v: "Concavità fatta da Mensola, quando Arno è basso e Mensola grossa") e lo menziona nel Codice Atlantico (f. 404v) verso il 1503.
Primo renaio
Tra il Mensola e Varlungo, Leonardo disegna un primo renaio (un’isola che poteva essere sommersa dalle acque in tempi di piena) tra Arno e Bisarno; e ne indica le dimensioni: "largo braccia 1000 e lungo 2000" (circa 68 ettari).
Primo "molino antico"
Al termine del primo renaio, Leonardo disegna il primo "molino antico" tra Arno e Bisarno, fra la riva destra (l’abitato di Varlungo) e la riva sinistra (Rusciano).
Varlungo
Il toponimo deriverebbe dall’antico Vadum Longum, cioè guado lungo. La località, posta sulla riva destra del fiume, si trovava infatti in prossimità di un guado e sul percorso da Sant’Andrea a Rovezzano alla Zecca Vecchia. I documenti del XV e XVI secolo trattano dei mulini di Varlungo.
Rusciano
Si trova sulla riva sinistra dell'Arno, insieme con il convento domenicano del Santo Nuovo (l’attuale Istituto Gualandi), ai piedi della collina di "Rucano" o Rusciano, che Leonardo disegna e indica nel f. 19r del Codice di Madrid II e cita nel Ms. L: "Per riparare alla percussione d’Arno in Rusciano e voltarlo con dolce piega a Ricorboli e fare sì larga argine che la caduta del suo balzo sia sopra di lei". Vi si trovavano un giacimento di argilla e quindi una fornace detta "La Mattonaia".
Esiste ancora una via di Rusciano e attualmente, tra Via Benedetto Fortini e Via di Ripoli, si trova la Villa di Rusciano.
Secondo "molino antico"
Si trovava all’inizio del secondo renaio, denominato Bisarno, fra la riva destra (l’abitato di Varlungo) e la riva sinistra (Rusciano).
Secondo renaio - "Bisarno"
Verso la riva sinistra, tra "Rucano" e Ricorboli, Leonardo indica il Bisarno; ne precisa le dimensioni: "2100 braccia di lunghezza e 800 di larghezza", un’area cioè di circa 57 ettari; e segnala: "qui trabocca Arno per le piene". Leonardo chiarisce la natura del Bisarno nel foglio 404v del Codice Atlantico: "Arno… alza il fondo e l’acque non entran nell’argini, onde traboccano e fanno novi fiumi, de’ quali Bisarno si prepara per un di quegli per primo, sì che tagliatelo e vi renderà di là terreno". I Medici vi volevano realizzare, nel 1644, una riserva di caccia. Oggi si trovano qui la Villa il Casone, l’impianto idrico dell’Anconella (dal nome di un corso d’acqua) ed esistono anche una via del Bisarno e un Castello del Bisarno (Villa Beccari, in via di Badia a Ripoli). Nel Parco dell’Anconella è stata ricostruita in scala la cupola di Santa Maria del Fiore, interpretando il metodo del cantiere brunelleschiano.
"La Rotta"
Nella carta RL 12679 di Windsor, sulla riva destra, Leonardo indica due volte "La Rotta", segnalandola, una prima volta, come toponimo derivato dalle rotture dell’argine tra Varlungo e la Casaccia ("Chasacce"). Nel foglio 274r del Codice Arundel, Leonardo schizza quest’argine con precise annotazioni: "640 braccia è il muro rotto e 150 è il muro rimanente col mulino [presumibilmente quello di Varlungo]. 300 braccia ha rotto del Bisarno in 4 anni".
Terzo "molino antico"
Si trovava tra la "Casaccia" e il "Bisarno".
"Casacce"
Leonardo indica la Casaccia sulla riva destra, a fronte del "Bisarno", subito dopo il terzo "molino antico". La menziona inoltre in due fogli del Codice Arundel (f. 1v: "Canne dalle Casacce" e f. 273v: "Casacce" e "il muro delle Casacce si dirizza alla porta di San Nicolò", che però si trova sulla riva sinistra).
Gli argini nella zona dell’antica Casaccia di Bartolino di Baccio degli Organi, devastata dalle alluvioni e dalle correnti del fiume in piena, furono più volte rafforzati con imponenti opere murarie dalla Repubblica fiorentina e dal governo mediceo.
Attualmente esiste una via della Casaccia, che va dalla riva destra dell’Arno a via Aretina.
"Rotta" del traghetto
Nella carta RL 12680 di Windsor, Leonardo disegna un traghetto, senza altre indicazioni, dopo le Casacce e a monte della seconda "Rotta". Quest’ultima è descritta sulla destra, in due parti di fronte al terzo "Renaio": la prima misura "60 bracci" (circa 35 metri), la seconda "100 bracci" (58,3 metri).
Terzo renaio
Era largo "700 bracci" e lungo 1550 (per una superficie di circa 36 ettari), e andava oltre il torrente Affrico, a fronte di Ricorboli.
Ricorboli
È giustamente indicato da Leonardo sulla riva sinistra del fiume, dove esiste una via di Ricorboli. Traeva il nome da un ruscello (Rivo Corbuli) che discendeva dalla collina di Montici (disegnata da Leonardo nel Codice di Madrid II), verso l’attuale piazza Ferrucci.
Affrico
Affluente di destra dell’Arno, che discende da Monte Ceceri, tra Fiesole e Maiano.
Nel f. 211v del Codice Atlantico, Leonardo annota: "In Affrico addì 5 di marzo 1503".
"Mulino della parte"
Leonardo lo indica sulla riva sinistra (sul corso del Bisarno), a valle di Ricorboli.