Nel foglio 9A-9r del Codice Leicester, Leonardo riprende il tema della presenza di fossili marini lontano dal mare, per dimostrare che non era stato il Diluvio Universale a trascinarli fino a grandi altezze. Infatti i «nichi» non si trovano nelle valli che non erano state coperte dall'acqua salata del mare: Leonardo menziona come esempio il lago formato dalla «gran valle dell’Arno», nella pianura di Firenze, Prato e Pistoia, dalla Golfolina fino a Serravalle. Un secondo lago d'acque dolci occupava il Valdarno superiore, verso Arezzo, per una lunghezza di 40 miglia, dai piedi del Prato Magno (da cui scendevano i fiumi senza scoprire conchiglie) fino al Girone (tra Firenze e Pontassieve), e si univa al lago di Perugia. Le conchiglie si trovano lì dove i fiumi si avvicinano al mare, come dall'Appennino verso l’Adriatico o al di qua della Golfolina verso il mare (che giungeva all’altezza di San Miniato al Tedesco, dove pure si vedono «ripe piene di nichi e ostriche», ma non in Val di Nievole).